Nel corso della crescita i bambini e gli adolescenti possono affrontare diverse sfide, spesso faticando a comunicare le proprie sofferenze interne tramite la parola. Queste difficoltà nascoste, allora, si manifestano generalmente attraverso espressioni sintomatologiche diverse. La presenza di una sofferenza o di un disturbo può alterare il loro percorso evolutivo e porre l’intero sistema familiare in una situazione delicata e difficile da affrontare.

La stanza dello psicologo è un luogo in cui poter portare i vissuti faticosi e le problematiche che possono emergere nel corso dello sviluppo. Luogo nel quale esplorare ed affrontare insieme, attraverso il gioco e la parola, difficoltà e sofferenze evolutive di natura cognitiva, emotiva o comportamentale.


Quando un bambino/adolescente potrebbe aver bisogno di un percorso psicologico?

Le situazioni sono tante e diverse. In genere gli adulti di riferimento (genitori, insegnanti) si accorgono di alcuni segnali che destano preoccupazione, come ad esempio:

  • ritiro ed isolamento
  • difficoltà relazionali
  • paure e preoccupazioni eccessive
  • irritabilità, rabbia, aggressività, oppositività
  • frequenti risvegli notturni, incubi
  • frequenti mal di testa o mal di pancia prima di andare a scuola
  • inappetenza
  • ritardi nell’acquisizione di tappe evolutive
  • regressioni a fasi precedenti di sviluppo

…ed altro ancora.

Questi segnali potrebbero essere le manifestazioni comportamentali di bisogni e sofferenze che il bambino/ragazzo non riesce a comunicare tramite le parole. Il compito dello psicologo è quello di comprenderne l’origine ed il significato.


In che modo?

Il primo passo è la fase di consultazione che consente di iniziare ad esplorare e comprendere la natura delle difficoltà che il bambino/adolescente sta vivendo. Si tratta di una fase fondamentale attraverso la quale è possibile dare senso e significato ai sintomi che generalmente i genitori, ed altre figure significative, riferiscono con preoccupazione.

Cosa prevede?

Un paio di incontri con i genitori attraverso i quali è possibile accogliere e comprendere la domanda, i bisogni, le preoccupazioni, conoscere la storia del bambino/ragazzo ed iniziare a dare contorni più nitidi al problema.

Dai due ai cinque incontri con il bambino/adolescente nei quali viene utilizzata la parola, il gioco, il disegno e la somministrazione dei test ritenuti utili all’approfondimento delle difficoltà presentate.

Un incontro di restituzione tramite il quale ai genitori viene riferito ciò che è emerso dalla consultazione e suggerito il percorso d’intervento più indicato.


Gli interventi

Al termine della consultazione i possibili interventi suggeriti possono configurarsi come:

  • percorsi di sostegno psicologico;
  • percorsi abilitativi/riabilitativi volti a potenziare abilità specifiche risultate fragili come nel caso di bambini e ragazzi che hanno ricevuto una diagnosi di disabilità intellettiva, spettro dell’autismo, ADHD o nel caso di bambini che, pur non avendo una diagnosi, presentano comunque fragilità specifiche in alcune aree di sviluppo;
  • percorsi di supporto genitoriale.